De Rosa (Global Power): «Nucleare di nuova generazione? Una strada da seguire»
di Matteo ScolariNella serata speciale dedicata al mondo dell’energia, organizzata all’interno della Settimana Veronese della Finanza e del Lavoro, Focus Verona Economia ha ospitato diversi protagonisti del settore energetico veronese e regionale per discutere delle sfide e opportunità legate a un mercato in costante evoluzione. Tra gli ospiti della puntata, Luca De Rosa, Presidente di Global Power SPA, ha offerto un’analisi dettagliata sul mercato energetico e sulle strategie aziendali per affrontare le sfide attuali e future, con un focus particolare sulla transizione energetica e sulla volatilità dei prezzi.
Presidente, partiamo subito con una panoramica. La situazione energetica degli ultimi anni è stata particolarmente instabile, con un calo dei consumi, ma anche dei costi legati a crisi geopolitiche. Qual è la vostra fotografia del mercato attuale?
Abbiamo attraversato due anni difficili, forse i più critici per l’industria energetica occidentale. Abbiamo scoperto che l’energia non è più quella commodity a buon mercato a cui eravamo abituati, anche per via di rapporti geopolitici che si sono rivelati insostenibili, come quello con la Russia. Quello che abbiamo imparato è che l’energia è preziosa e deve essere utilizzata con criterio. Questa consapevolezza ha accelerato l’adozione di misure per migliorare l’efficienza e risparmiare energia, un aspetto positivo emerso dalla crisi. Anche se la mia azienda vende energia, sono il primo a dire che il calo dei consumi è una buona cosa. È un segno di maggiore consapevolezza.
È interessante vedere come la crisi abbia portato a un’accelerazione in termini di efficienza energetica. Ma nonostante il calo dei consumi, i costi sono raddoppiati rispetto a quelli pre-crisi. Come state affrontando questa volatilità dei prezzi?
La crisi ci ha insegnato che il mercato energetico è sempre più un mondo finanziario, non solo industriale. La volatilità dei prezzi è quasi impossibile da gestire per operatori come noi, che non abbiamo giacimenti di gas o centrali di produzione. Anche chi ha centrali, dipende sempre dal gas, che in Italia viene in gran parte importato. Il problema è che, quando i costi energetici aumentano improvvisamente, le richieste di fideiussioni e depositi aumentano di cinque o sei volte, e molte aziende non riescono a far fronte a queste richieste. Abbiamo visto più di cinquanta società fallire nel nostro Paese proprio per questo.
L’Italia è stata duramente colpita, anche perché le banche hanno smesso di supportare il settore. Voi siete stati costretti a fare da banca ai cittadini, una situazione molto complessa.
Esattamente. Il governo ci ha imposto di non modificare i prezzi per i clienti finali, anche se acquistavamo energia a un prezzo molto più alto. Inoltre, non potevamo staccare i clienti morosi, il che ha messo ulteriormente a rischio la nostra liquidità. Nonostante ciò, abbiamo cercato di mantenere un equilibrio tra sostenibilità e competitività.
Federico Testa di Agsm Aim ha parlato di possibili collaborazioni con altri operatori, tra cui Dolomiti Energia e TEA, per creare sinergie operative e ottenere economie di scala. Qual è la sua opinione su queste aggregazioni?
Ritengo che l’idea di aggregare gli operatori del mercato sia positiva. Il nostro settore ha bisogno di finanza, e avere centinaia di piccoli operatori che si contendono il mercato non è sostenibile. Unirsi permetterebbe di avere una maggiore forza finanziaria e di ottenere migliori condizioni dalle banche. Tuttavia, per quanto riguarda la distribuzione, non sono d’accordo con l’idea di spacchettare le reti elettriche o del gas. L’efficienza si ottiene centralizzando, non frammentando. È importante avere un interlocutore unico e solido, come Enel Distribuzione, che garantisca un servizio omogeneo a livello nazionale.
Un altro tema caldo è quello dell’accumulo di energia, specialmente in un contesto di crescente dipendenza dalle fonti rinnovabili. Cosa pensa delle tecnologie di accumulo e quali sviluppi prevede per il futuro?
L’accumulo è essenziale, soprattutto con l’aumento delle fonti rinnovabili non programmabili, come l’eolico e il fotovoltaico. Senza un adeguato sistema di accumulo, l’energia prodotta in eccesso va persa. Purtroppo, in Italia la rete non è ancora pronta per sostenere un numero elevato di micropunti di produzione distribuita. Al momento, ci stiamo concentrando sull’accumulo chimico, ma speriamo che in futuro ci siano innovazioni tecnologiche che rendano questo processo più efficiente.
Chiudiamo con un tema controverso: l’energia nucleare. C’è chi la considera una necessità per garantire stabilità e sostenibilità energetica a lungo termine. Qual è la sua posizione?
Personalmente, sono favorevole al nucleare di nuova generazione. Non possiamo pensare di sostituire le centrali termoelettriche solo con eolico o fotovoltaico, non sono tecnicamente equiparabili. Il nucleare, grazie alla sua sicurezza intrinseca e ai costi accessibili, può rappresentare una soluzione a lungo termine. Ovviamente, serve tempo e investimenti per sviluppare queste tecnologie, ma penso che sia una strada da seguire.
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