Nuova call-to-action

IA, Cappelletti (IUSVE): «Uno strumento che può migliorare la vita»

di Redazione
Nicolò Cappelletti, viceresponsabile dell'area comunicazione dello IUSVE, riflette sul rapido impatto dell'IA nelle relazioni umane, sottolineando la necessità di un uso consapevole e collaborativo della tecnologia, soprattutto in ambito educativo.

Durante la puntata di Focus Verona Economia, Matteo Scolari ha intervistato Nicolò Cappelletti, viceresponsabile dell’area comunicazione dello IUSVE e docente di sociologia della comunicazione. Ecco i punti salienti dell’intervista.

Oggi parleremo di intelligenza artificiale, ma da un punto di vista diverso, più sociologico e relazionale. L’intelligenza artificiale sta avendo una diffusione rapida. Come mai, secondo lei?

L’intelligenza artificiale è diventata subito popolare perché è percepita come semplice, veloce e accessibile. Arriva in un momento storico in cui, dopo trent’anni di internet, l’utente medio ha già acquisito competenze digitali di base. Il modo in cui è stata lanciata, con interfacce conversazionali simili a quelle di WhatsApp, ha facilitato l’adozione rapida. Se confrontiamo l’IA con altre tecnologie, vediamo che internet ha impiegato vent’anni per raggiungere il 50% di adozione globale, il mobile ne ha impiegati sette e le tecnologie vocali cinque. L’IA probabilmente ci metterà solo un paio d’anni.

La velocità con cui l’IA sta entrando nelle nostre vite affascina, ma genera anche preoccupazioni. Le relazioni umane sembrano subire lo stesso destino, con interazioni sempre più rapide e superficiali. Quali sono i pro e i contro di questo cambiamento?

La tecnologia ha ridotto lo spazio e il tempo, aumentando la velocità con cui accadono le cose. Questo impone agli individui di adattarsi rapidamente e aggiornare continuamente le proprie competenze, non solo a livello professionale, ma anche umano. Con i social media abbiamo visto come le tecnologie abbiano influenzato le nostre relazioni: prima promettevano di avvicinarci, ma ora ci troviamo a cercare relazioni più autentiche e umane. La velocità porta a tre conseguenze: tutto, subito e riscontro immediato. Pensiamo a WhatsApp, dove possiamo vedere se un messaggio è stato letto e ci preoccupiamo se non riceviamo una risposta immediata.

È difficile fare previsioni su come evolveranno queste tecnologie. Tuttavia, in ambito educativo, come si cerca di far capire agli studenti che l’IA può essere un’opportunità e non una minaccia?

Gli studenti di oggi devono imparare a conoscere l’IA e a utilizzarla come strumento di supporto, non come sostituto. Allo IUSVE, promuoviamo l’uso dell’intelligenza artificiale come parte integrante del percorso formativo. È importante che i ragazzi comprendano le potenzialità dell’IA, soprattutto come mezzo per migliorare le loro competenze. Per esempio, può aiutare nelle fasi di analisi dei dati o nella generazione di contenuti di base. Il nostro obiettivo è che gli studenti vedano l’IA come uno strumento di affiancamento, non come una sostituzione.

Il rischio di sostituzione è reale, soprattutto in età scolare. Come si affronta questa sfida?

La sfida è insegnare agli studenti che l’IA può migliorare e potenziare la loro creatività, ma non può sostituire l’intuizione e l’esperienza umana. L’intelligenza artificiale può aiutare con compiti ripetitivi o di analisi, ma è il contesto umano che fa la differenza. Ad esempio, stiamo lanciando nuovi corsi all’interno del nostro istituto dedicati all’intelligenza artificiale applicata alla comunicazione, al marketing e alla creatività. L’idea è di sperimentare l’IA come strumento di supporto, non come sostituzione del pensiero umano.

Potremmo parlare a lungo di questi temi, ma ci preme sottolineare che non dobbiamo temere l’IA. Tuttavia, è importante essere consapevoli dei cambiamenti che porterà. Qual è la sua opinione finale?

Concordo. Dobbiamo evitare scenari apocalittici in stile Black Mirror e guardare all’intelligenza artificiale come a uno strumento che, come ogni tecnologia, può migliorare la nostra vita. Serviranno nuove competenze e capacità di riflessione, ma se affrontiamo l’IA con consapevolezza e apertura, può portare a grandi opportunità. Il cambiamento è rapido, ma possiamo gestirlo positivamente.

Guarda l’intervista al professor Cappelletti dal minuto 52:00

Condividi ora!