Guerre, clima, energia sull’agenda del settimo G7 italiano
di RedazioneL’Italia quest’anno riveste per la settima volta la presidenza del G7, il gruppo che riunisce Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti. Il G7 – cui partecipa anche l’Unione Europea – è legato a principi e valori comuni e ricopre un ruolo di primo piano, stabilito all’inizio, “nella difesa della libertà e della democrazia e nella gestione delle sfide globali”.
Istituito per rinsaldare la cooperazione economica e finanziaria dopo lo shock petrolifero del 1973, si aprì con il vertice dei capi di Stato e di governo nel 1975 a Rambouillet, in Francia. All’inizio i partecipanti erano sei: Francia, Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Giappone e Italia, ma nel 1976 venne ammesso anche il Canada e dal 1977 partecipano ai lavori i vertici di quella che oggi è l’Unione Europea. C’è stata anche una breve presenza della Russia, sospesa nel 2014 per essersi annessa illegalmente la Crimea.

Da incontro sui soli temi finanziari, il G7 si è organizzato per affrontare le sfide globali, soprattutto dal 2001 quando ha iniziato a discutere temi complessi in chiave tecnica e dettagliata, grazie all’introduzione di riunioni ministeriali su argomenti specifici e decisioni articolate. Al termine i vertici G7 si concludono delineando impegni e scelte politiche che esercitano una forte influenza sulla governance globale e sui processi decisionali. La presidenza italiana del 2024 si concluderà il 31 dicembre e prevede riunioni tecniche ed eventi istituzionali in tutto il territorio, con il vertice dei leader del G7 a metà giugno in Puglia.
Fra le priorità del 2024 spicca la difesa del sistema internazionale basato sulla forza del diritto: la guerra di aggressione russa all’Ucraina ne ha leso i principi e scatenato la crescente instabilità in molti focolai di crisi. Altrettanto centrale il conflitto in Medio Oriente, con gravi conseguenze sull’agenda globale. Resta centrale il rapporto con le nazioni in via di sviluppo e le economie emergenti, così come è prioritaria l’attenzione per l’Africa. La sfida è costruire un modello di partnership vantaggioso per tutti senza modelli paternalistici o predatori. Infine particolare riguardo sarà dedicato alla regione chiave dell’Indo-Pacifico.
Tra i temi più rilevanti l’Italia approfondirà le questioni migratorie e metterà all’ordine del giorno le principali sfide dei nostri tempi, tra cui il collegamento fra clima ed energia e la sicurezza alimentare, perché il G7 ha la responsabilità e il dovere di individuare soluzioni innovative insieme ai suoi partner globali. Nel programma troverà inoltre spazio l’Intelligenza Artificiale, tecnologia che può generare grandi opportunità e grandi rischi, oltre a incidere sugli equilibri geopolitici. Perché l’IA sia centrata e controllata dall’uomo servono modelli di governance che diano sostanza al concetto di “algoretica”, algoritmi ed etica.
Durante l’anno “italiano” il G7 organizzerà oltre al vertice tra i leader anche gli incontri ministeriali, le riunioni dei gruppi di lavoro e dei “gruppi di impegno”, oltre a una serie di eventi speciali. Gli incontri ministeriali saranno 21, su temi tecnici e organizzativi, affiancati nel processo decisionale dai gruppi di lavoro che approfondiscono le questioni nel dettaglio prima di sottoporle ai ministri e, quando necessario, ai capi di Stato e di governo. Questi gruppi lavorano in autonomia rispetto ai governi e organizzano vertici in cui vengono approvate le raccomandazioni che verranno trasmesse ai leader.
Il principale vertice dei G7, quello con la partecipazione dei capi di Stato e di governo dei sette Stati membri e ai vertici europei, si terrà dal 13 al 15 giugno in Puglia. Quello di Borgo Egnazia sarà il settimo vertice G7 ospitato in Italia. I precedenti si sono svolti a Venezia (nel 1980 e nel 1987), a Napoli nel 1994, a Genova nel 2001, a L’Aquila nel 2009 e infine a Taormina nel 2017.
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