L’Italia dei problemi, parla di cavolate
di adminE purtroppo i giornalettisti sprecano fiumi di parole perchè questa è la moda. Si rivendicano sempre diritti ma i doveri li lasciamo agli immigrati ed alle badanti che siccome ci sollevano dalla realtà della miseria umana in cui eravamo immersi fino a qualche decennio fa, ora vengono a parole incensati. Si parla di argomenti alla moda, di scarso interesse popolare, che invece interessa le elite, ricche piene di soldi , che non sanno come fare tra uno sniffo , una cena di lusso e crare illusioni che questo sia per tutti. Sappiamo che la moda fa cultura, ma col tempo e dopo stratificazioni successive che consolidano opinioni e gusti e pareri e cancellano gli eccessi e le stramberie. Ma questa non è cultura, è una classe di potere arrogante che una volta eletta non si cura più di quanto detto promesso e studiato per anni. Molti si fanno gli affari loro e non vogliono effondere la cultura attraverso gesti e situazioni . La crisi ha risvegliato un po’ di coscienze ed ha reso noto che occorre scendere in piazza, ma ecco pronto il sonnifero sociale, il dibattito irreale rispetto alla situazione attuale. Al potere in genere si fanno gli affari loro, oppure ditela come volete più volgarmente. Abbiamo giovani che studiano per essere subissati da chi senza impegno e formazione fa strada solo perchè è "figo" , perchè ha avuto un’esposizione mediativa positiva ed allora è , di fatto, un genio, tuot court. Media e politici che foraggiano direttamente ed indirettamente , per sopravvivere, questi finti signori con una cultura minima e che sono foraggiati da un sistema capitalistico nel quale la persona, il suo impegno sociale, la sua preparazione assunta negli anni, non non conta più nulla. Si crede nel colpo di fortuna, non nelle imprese che nascono a fatica ed ancora più a fatica resitono in un sistema competitivo dove l’Europa, ma non solo, i miliardi piovono dal cielo, ma sono carta che nessuno pagherà.Si crede che tutto sia un diritto , la Terra stessa un diritto da sfruttare e non da proteggere. Da noi, ora, per fortuna, c’è un capo del Governo che fa fatica a tenere a bada gente politicamente morta ma che ha diritto di parlare. Il consenso sociale, sbandierato attraverso sondaggi dove circa il 50% degli intervistati non si esprime, si rileva dai click, ma non di tutti di quelli che hannoun interesse attivo in quel momento. E Draghi resiste, ed il Capo dello Stato , anche lui con le sue pecche, resiste, sono uuomini soli oggi. Ma non si può confidare nell’uomo solo al comando, non è una gara ciclistica, la vita sociale è di più, di una gara di muscoli politici. Il laovor non c’è e si inventa i diritto al lavoro come nei vecchi gulag sovietici o nei campi di lavoro cinesi. Questa secondo loro sarebbe la dignità del lavoro? ma non si discute di come sviluppare l’economia senza danneggiare l’ambiente, ovvero se ne parla appena per gisutificarsi la coscienza , ma nel mondo mediatico universale prima di fare una coscienza sociale che giustifichi la democrazia popolare e non la demagogia popolare , i temi vanno ribaditi ed approfonditi anche perchè in mezzo , tra persone che agiscono e sbagliano in buona fede ci sono sempre approfittatori e opporunisti che fregandosene delle leggi e del vivere sociale , vendono la loro anima al primo soldi che arriva. Stiamo disgregando la società creando i presupposti per una forte crisi sociale che nemmeno i soldi buttati a pioggia sul terreno basterà. Confido che Dratghi, dopo gli innumerevoli errori che ha commesso per i tatni ruoli che ha svolto, abbia acquisito abbastanza esperienza per ridurre ai minimi termini la polemica politica e ribadisca i sani concetti sociali che nel tempo ha portato avanti. O l’Italia non si farà, e con l’Italia crollerà il castello di carte che attualmente è l’Europa delle divisioni politiche e non dei popoli che sono già oltre il concetto di europa e di mondialità e di integrazione delle diverse culture mondiali.
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