A “Palazzo Maffei – Casa-Museo”, Verona, il virus non ferma Arte e Cultura. COLORart: il “blu” – primo, fra i tanti colori, arti visive, musica e letteratura.
di adminSarà COLORart, a tingere tali canali, ogni settimana, d’un colore diverso, in modo da creare un arcobaleno di speranza e di rinascita. Il primo colore, ad essere preso in considerazione, e filo conduttore della narrazione social dei giorni successivi, nel racconto dell’arte visiva e nella scoperta della collezione, in parte, esposta nel Maffei, sarà, appunto, il BLU – con la lettura de Lo spirituale nell’arte di Wassilij Kandinskij (1866 -1944) – che permetterà di spaziare, dalle antiche pagine miniate di opere esposte e da pregiate manifatture italiane, all’Adorazione dei magi, attribuita a Giovanni Ceschini, ove il “blu” ricopre valenza simbolica, sottolineata dalla preziosità del pigmento, ottenuto dal lapislazzulo. Determinante, quindi, la magnificenza del cosiddetto ‘Salotto Blu’, una delle sale, più legate alla Casa del collezionista Luigi Carlon, nel percorso espositivo, e la simbologia dell’Arte contemporanea, che accosta artisti come René Magritte, Lucio Fontana, Nunzio Di Stefano, Giuseppe Gallo, Maurizio Nannucci, Arcangelo Sassolino. Accompagnerà, attraverso tale spettacolare mondo, il nostro mondo, oggi, in malinconica quarantena, la voce di Paolo Valerio, che darà rilievo anche gli appuntamenti Monday Quiz, su Instagram del lunedì; #caffeapalazzomaffei, che illustrerà l’architettura e la storia del palazzo, e #askme, con gli studenti di Storia dell’Arte Moderna dell’Università di Verona. Al tempo, saranno proposti, ogni giorno, focus, giochi e interventi, per far conoscere, da vicino, l’architettura straordinaria del Palazzo, che chiude scenograficamente la famosa Piazza delle Erbe di Verona e i tanti capolavori d’arte esposti, appartenenti alla collezione dell’imprenditore Luigi Carlon. Al quale si deve il restauro dell’iconico e storico palazzo e la generosa e saggia scelta di condividere, con il pubblico, il patrimonio d’arte eccezionale d’oltre 350 opere, dalla fine del Trecento, all’Arte contemporanea – con i grandi maestri del Novecento, come Picasso, Mirò, Magritte, Duchamp, Andy Warhol ma anche Boccioni, Balla, Severini, Savinio, Burri, Vedova e Fontana – esposti in base a un’idea museografica di Gabriella Belli, in un inatteso e intenso dialogo tra antico e moderno. In questo pesante periodo, l’iniziativa, di cui sopra, indovinatissima, è destinata, con il grande supporto dell’Arte e dell’informatica, a creare cultura, e con essa, a portare sollievo negli animi, dei forzati a casa, in attesa di pronta rinascita.
Pierantonio Braggio
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