Oggi è disponibile il libro «Quel maledetto viaggio nel mare dei pirati – Tutto quello che non è stato detto sul sequestro del rimorchiatore italiano “Buccaneer”»
di adminnella «calda» area del Corno d’Africa. Un «thriller» casereccio risibile, se non fosse per il dramma vissuto da questi 16 uomini del mare e dai loro parenti dislocati in varie zone dell’italico stivale e nella patria del ex dittatore Nicolae Ceauşescu, imbarcati su un vecchio e decrepito rimorchiatore d’altura, dal nome beffardo, quanto la sorte che li attende, nel transitare nei pressi delle basi della nuova «moderna» filibusta.
Di fatto è il racconto dell’esperienza vissuta in prima persona, dal 11 aprile 2009 fino al 9 agosto successivo, quando la nave ostaggio dei pirati, dopo quasi 4 mesi, venne rilasciata dietro il pagamento di un forte riscatto corrisposto dal governo italiano come risulta anche dall’inchiesta condotta dal procuratore aggiunto Pietro Saviotti della Procura di Roma. Il libro raccoglie ricordi, emozioni, sensazioni, vissute da uno dei marittimi del Buccaneer, in quei 4 mesi di prigionia. Una ricostruzione della vicenda che avviene anche attraverso gli articoli (quasi un centinaio) pubblicati dagli autori del libro, sul web e sulla rivista LiberoReporter, oltre alla viva testimonianza dei parenti degli ostaggi di origine campana; parenti che da quel 11 aprile 2009, hanno ricevuto sostegno e linfa per 4 mesi, tanto quanto è durato il sequestro, in un vortice di conversazioni telefoniche e incontri, che spesso sono serviti per domare la rabbia, la frustrazione e la disperazione di quei 119 giorni da incubo. Particolari inediti fanno da corollario al racconto, il tutto anticipato da una eloquente introduzione per far comprendere, anche a chi si accosta per la prima volta, il complesso e delicato argomento trattato. Un’introduzione in cui alcuni concetti vengono riaffermati più volte, non come una semplice ripetizione ma come una sottolineatura e implicita denuncia, senza strumentalizzazioni politiche ma attenendosi strettamente ai fatti, contrariamente a quanto di solito accade.
Dalla lettura di questo libro traspare una cruda realtà che ha visto come palcoscenico la nave italiana «Buccaneer» e come attori 10 marittimi italiani, 5 rumeni e un croato; nel ruolo di cattivi, svariate decine di pirati somali, ben armati e decisi a non mollare la preda senza contropartita (contrariamente a quanto dichiarato dalla Farnesina) e vari faccendieri, lesti nel cogliere l’occasione di un business criminale. Una vicenda condita di falsità, sofferenze e omissioni di cui si sono resi parte responsabile, in qualità di «comparse scomparse», non solo il governo italiano e la società Micoperi proprietaria della nave.
Gaetano Baldi, Ferdinando Pelliccia e Daniela Russo, rispettivamente, Direttore Responsabile, Vice Direttore e Direttore Editoriale del mensile LiberoReporter, raccontano in questo libro, che esce ad un anno esatto dalla liberazione degli ostaggi – avvenuta il 9 agosto 2009 – la vicenda del rimorchiatore italiano «Buccaneer» sequestrato dai pirati somali l’11 aprile del 2009 e tenuto in ostaggio, insieme ai suoi 16 marinai, per quasi 4 mesi, in uno dei porti della costa settentrionale della Somalia, la moderna “tortuga”.
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