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L’industria degli eventi vale 11,7 miliardi: la meeting industry italiana in forte espansione

di Matteo Scolari
Presentato lo studio ENIT–Federcongressi: ogni partecipante genera 281 euro al giorno. Roma, Milano e Firenze tra le capitali MICE d’Italia.

La meeting industry italiana si conferma uno dei motori economici più dinamici del turismo nazionale, con una ricaduta complessiva di 11 miliardi e 746 milioni di euro. È quanto emerge dal nuovo studio realizzato da ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo, in collaborazione con Federcongressi&eventi e ASERI (Università Cattolica del Sacro Cuore), presentato il 2 aprile 2025.

I numeri raccontano un settore vivo e strutturato: oltre 27 milioni di partecipanti ogni anno frequentano eventi, congressi e meeting nel nostro Paese, generando una spesa media giornaliera pro capite di 281 euro. Una cifra che sale sensibilmente nei casi di eventi di durata superiore a un giorno, con punte di 328 euro nel Nord Ovest, area geografica che concentra il 39,7% della spesa nazionale.

Foto di un meeting medico (Foto Archivio)

Il report scompone l’investimento dei partecipanti in quattro voci principali: alloggio (42%), trasporti (29,9%), ristorazione (15,9%) e acquisti e svago (12,2%). A questa spesa diretta va aggiunta quella per la realizzazione stessa degli eventi – tra catering, allestimenti, tecnologie e location – che supera i 2,8 miliardi di euro, dando ulteriore impulso a fornitori locali e imprese dei servizi.

Il Nord Italia è il cuore pulsante dell’industria MICE: vi si concentra il 53,2% delle sedi disponibili e il 59% degli eventi ospitati (+11,8% rispetto al 2022). Seguono il Centro Italia (24,8% delle sedi e 24,7% degli eventi, +13,4%), il Sud (13,8% sedi e 10,2% eventi, +10%) e le Isole (8,2% sedi e 6,1% eventi, +11,5%).

La mappa delle location privilegia le grandi città: in testa Roma con 512 sedi, seguita da Milano (374), Firenze (190), Napoli (184), Torino (182), ma anche Brescia (167), Venezia (129), Trento (127) e Bologna (124). In tutto il Paese si contano 5.644 strutture attrezzate, con gli alberghi con sale meeting che costituiscono la maggioranza (66,9%).

Ivana Jelinic, AD di ENIT, sottolinea il valore sistemico del comparto: «La meeting industry ha un ruolo fondamentale per il mondo del turismo nel nostro Paese. L’organizzazione di eventi attiva un circuito virtuoso fatto di pernotto, spostamenti e visite culturali. È una leva di sviluppo per l’intero territorio nazionale».

Anche il Ministro del Turismo Daniela Santanchè ribadisce la strategicità di questo segmento: «Il settore MICE è un’importante opportunità di crescita economica e turistica. Occorre continuare a investire per creare occupazione, valorizzare il patrimonio culturale e rafforzare la competitività internazionale delle nostre destinazioni».

A fare eco è Gabriella Gentile, presidente di Federcongressi&eventi: «Questo studio certifica l’impatto economico del nostro settore. Eventi di lunga durata e congressi internazionali generano un valore ancora maggiore. Serve investire per aumentare l’attrattività delle destinazioni e cogliere il potenziale ancora inespresso».

Gabriella Gentile, presidente di Federcongressi&eventi

Il comparto MICE si posiziona così al crocevia tra turismo, economia e cultura, con ampi margini di crescita grazie alla sua capacità di attrarre viaggiatori qualificati e di generare spesa diretta sul territorio. Con la crescente domanda internazionale e l’incremento degli investimenti nelle infrastrutture congressuali, l’Italia ha tutte le carte in regola per diventare un hub europeo di riferimento per la meeting industry.

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