UNA LETTERA DALL’IMPRENDITORE BOTTEGA AL PRESIDENTE DEGLI IMPRENDITORI ITALIANI.
di admin Così ha preso carta e penna ed ha inviato a Bonomi la lettera che qui pubblichiamo:
Caro dr. Bonomi, caro Presidente, a scriverle è un semplice imprenditore di una media azienda con 155 dipendenti in Italia e 200 di indotto (sempre in Italia) e un fatturato di 60 mil. di €, di cui persi 16 negli ultimi 10 mesi a causa del covid. Uno che comunque, è partito da zero e quello che ha, lo ha ottenuto solo con le proprie forze, come la maggior parte degli imprenditori italiani. Imprenditori che generano e danno lavoro e che sentirsi criticati da Lucia Annunziata perché “avrebbero dovuto fare di più”, devono pretendere che il proprio presidente (di Confindustria) risponda, che “gli imprenditori – benchè sempre si possa sempre fare meglio – hanno fatto sicuramente di più della macchina dello Stato e di qualsiasi altro che non ha fatto impresa in Italia e che in quanto tale, non ha generato posti di lavoro”. Non mi sono riconosciuto nemmeno nelle sue parole quando non ha difeso il malcontento del settore dell’automotive e nemmeno nella difesa con plauso al ministro Gualtieri, che se fosse stato un buon ministro dell’economia avrebbe: difeso tutte le imprese, piccole e grandi e le avrebbe aiutate tutte, specie quelle che hanno perso di più. Evitato lo sperpero del denaro pubblico nei banchi di scuola, nel cashback o nei supporti per le biciclette o monopattini. Lavorato per sfruttare i soldi del reddito di cittadinanza per far lavorare quelle persone anche al servizio pubblico, servizio dove peraltro avrebbe dovuto aumentare la managerialità e lavorato per riportare le ns aziende in Italia, diminuendo il cuneo fiscale. Che non venissero sperperati denari pubblici con la corruzione che ha contraddistinto le spese per la difesa della pandemia. Avrebbe permesso agli imprenditori di supportare i propri dipendenti defiscalizzando le integrazioni al reddito perso con la cassa integrazione. Dato una cassa integrazione ben superiore a quella attuale che è quasi simile al reddito di cittadinanza. Lavorato perché la scuola promuovesse una cultura della managerialità. Lavorato per una diminuzione della burocrazia e semplificazione delle norme in materia di sicurezza – fuoco – salute sul lavoro. Lavorato perché la giustizia e le cause continuassero ad andare avanti È un elenco lungo che potrei farle, ma sono a disposizione per ogni approfondimento. Grazie e Cordiali saluti. Sandro Bottega.
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