Energie alternative: opportunità e speranze legate a tecnologia ed investimenti. Auto elettriche in UK dal 2030? Una forzatura che ci costringerà a muoverci.
di adminNegli anni sessanta lo sfruttamento delle risorse petrolifere italiche (gas e petrolio in pianura padana) sembravano aiutare lo sviluppo del Paese. Poi, scoperto, tra l’altro, che Venezia stava affondando si è pensato di potenziare l’industria petrolifera italiana mandando l’Eni a fornirci di petroli in giro per il mondo a pochi dollari il barile Per nostra sfortuna la strana morte di Mattei e la guerra in medio -oriente fece schizzare il prezzo del petrolio e mandò a piedi gli italiani nelle domeniche. Allora si pensò al nucleare. Questo venne fortunatamente fermato da un referendum, che però non ha risolto il problema delle scorie radiottive nel frattempo accumulate. Poi l’arretratezza delle risorse energetiche del Bel Paese, unito al vorticoso aumento dei prezzi del cartello OPEC, ha spinto il mondo a cercare energie alternative. Da noi ebbe successo per un po’ il fotovoltaico, ma anche altre fonti quali l’eolico , la geotermia e le tradizionali idroelettriche. Poi uno stop improvviso, fermi tutti, le energie innovative passano di moda, le biomasse e le altre vengono quasi abbandonate quando l’Italia era quasi riuscita in pochi anni a mettersi al passo con le altre economie industrializzate. Ora, forse, anche su input dell’Europa si riparte. Certo che la ricerca dovebbe spaziare anche in ambiti di nicchia e approfittare dei principi della fisica sviluppando tematiche che possono sembrare minori ( Celle di Peltier, Motori come lo Stirling, magnetismo, ect) o più promettenti come l’energia proveniente dall’idrogeno. Dovrebbe essere cultura diffusa e non monopolizzata. Dovrebbe essere accettata come come una volta si accettava l’energia prodotta dai mulini ad acqua o a vento, energia pulita proveniente da manufatti che oggi reputiamo beni storici. Ora l’energia del mare, del vento del sole, pare studiata solo da pochi sparuti ricercatori finanziati magari da petrolieri; occorre insistere pure sul concetto di efficenza e risparmio dell’energia. Le idee vincenti non mancano, certo che se una volta trovate (anni fa lo furono i contributi per il fotovoltaico oggi per l’efficentamento energetico) non i possono poi bloccare o impedire con lacci e lacciuoli burocratici. Guardate ad esempio la buonaidea sulle detrazioni del 110% riversata in una pessima legge. A conti fatti serve al Paese ed agli italiani, ma per paura di fughe in avanti, che danneggino chi non sta innovando, ecco introdotti mesi e mesi di blocchi. Chi scrive le leggi in materia ha altri obiettivi e non lo sviluppo del Paese, ma le istituzioni e le forze sociali poco parlano di questo tema. In Italia le risorse naturali le abbiamo, la tecnologia pure, enti preposti anche, risparmi sulle importazioni imponenti si prefigurano….. e non si parte? Perchè? Troppi interessi frenano, i frenatori che ora fanno soldi a palate sono quelli che spendono soldi per impedire una liberalizzazione del sistema. Molti frenano, tutti accampano temi per rallentare, se le novità vengono dagli USA ( o come pare dall Regno Unito che vuole a tutti i costi l’auto elettrica) allora passano perchè le aziende statunitensi fanno cultura e spingono. Gli italiani dovebbero sapere che non possiamo permetterci di ritardare il rilancio energetico. Purtroppo stiamo attraversando la pandemia che toglie gli sguardi dal resto con un Governo che non ha la cultura, la filosofia e la voglia di dare quello che gli italiani vorrebbero: autonomia e maggiore libertà d’impresa come scritto in costituzione.
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