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Don Luigi Pedrollo, stretto collaboratore di San Giovanni Calabria (1873-1954) e suo successore, per 12 anni, ricordato nella Basilica di Santa Anastasia, Verona.

di admin
Ha celebrato la Messa solenne il vescovo di Verona, mons. Giuseppe Zenti, in occasione della conclusione dell’Inchiesta Diocesana, sulla fama di santità del grande Sacerdote, per la sua beatificazione.

Il “Servo di Dio”, don Luigi Pedrollo, nacque nel 1888, a San Gregorio di Veronella, Verona, e morì, in San Zeno in Monte, sede della calabriana Casa Buoni Fanciulli, Verona, nel 1986. Noi avemmo grande l’opportunità di conoscerlo e ricordiamo, tuttora, quanta bontà, desiderio di carità e massima umiltà, trasparissero dal suo volto – fatto, più che commovente – fino dal suo apparire, sull’uscio del citato Istituto. Nel 1914, giovane sacerdote e attratto dalla testimonianza di vita di don Giovanni Calabria, oggi, Santo, entrò a fare parte della Casa Buoni Fanciulli, da don Giovanni stesso, fondata e diretta. Operavano ed operano, nella Casa, i Poveri Servi della Divina Provvidenza. Per dare una pur modestissima idea dell’azione svolta, sempre accanto a don Calabria, da Luigi Pedrollo, riportiamo i dati, che offre don Elvio Damoli, appunto, dei Poveri Servi della Divina Provvidenza, a p.13, del volume “Don Luigi Pedrollo”, Centro di Cultura e di Spiritualità Calabriana, San Zeno in Monte, Verona, giugno 2006: “Alcuni numeri ci aiutano ad inquadrare chi fu don Luigi Pedrollo: 97 anni di età, vissuti in buona salute e perfetta lucidità di mente, 73 anni di sacerdozio, di cui, 71, nell’Opera, come Povero Servo; 40, come persona di fiducia, intimo collaboratore ed “alter ego” di don Calabria, e 25, come suo vicario: La sua influenza ed il suo ruolo, nell’Istituto don Calabria, dal 1914 al 1986 – scrive don Mario Gadili – sono secondi solo al Fondatore”. Definì il vescovo di Verona, mons. Giuseppe Amari (1916-2004) don Pedrollo, per quanto riguarda le relazioni sociali, durante la Messa esequiale, come:”L’uomo di Dio, che si sa di poter interpellare, ogni volta che il cuore è tormentato, dall’angoscia, offuscato dal dubbio, lacerato dal dolore”. A celebrazione, in Santa Anastasia, terminata, sono stati firmati ufficialmente, in presenza del Vescovo e del pubblico, tutti gli atti, relativi all’Inchiesta Diocesana, eseguita, per la beatificazione di don Pedrollo, atti che saranno portati e consegnati a mano all’Ufficio competente della Città del Vaticano. In fine, un particolare: Padre Pedrollo, nel suo testamento, scrisse: ”Nella Messa di Requiem, desidero che vi siano delle parti, in canto gregoriano, il canto che prega, che ò tanto amato e che vorrei non venisse del tutto dimenticato, nelle celebrazioni liturgiche ed eucaristiche”… Durante la celebrazione, sopra cennata, Padre Luigi è stato accontentato: accompagnate dall’organo, hanno risuonato nella Santa Anastasia, dalla grande acustica, preghiere e lodi, in quel gregoriano, che tanto apprezziamo anche noi.
Pierantonio Braggio.

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