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Le uscite turistiche di VeronaVera – La città da riscoprire.

di admin
Sabato, 1 agosto 2020, l’Associazione culturale ha fatto conoscere ai veronesi l’antico “Rión de la Caréga”.

L’interesse per la storia, per l’arte e per le tradizioni veronesi, è molto sentito dai cittadini scaligeri, ai quali, in tal senso, sta venendo incontro, con grande attenzione, l’Associazione culturale VeronaVera, che, senza scopo di lucro, vuole promuovere il territorio e le sue peculiarità, le tradizioni culturali ed enogastronomiche, ridando, ove possibile, vita al turismo locale e dall’estero, duramente paralizzato, dal terribile Corona virus, attraverso la promozione di percorsi, in città ed in provincia, atti a sviluppare maggiore conoscenza delle grandi risorse della terra scaligera. Info: 045 80 34 553,meeting@soluzioniomniamedia.com. Nel quadro di tale studiata azione – sono già stati visitati i rioni di Veronetta, Santo Stefano e Filippini – il 1° agosto 2020, un folto gruppo di veronesi ha visitato, accompagnato dalla guida, Katia Galvetto – ottima conoscitrice di storia e di arte scaligere – l’antico “Rión de la Caréga”, che, in un lontano passato, si trovava, direttamente, in riva all’Adige, dal quale, esso riceveva vita. Il Rione è, oggi, situato nella zona, delimitata da Piazzetta Santa Maria in Solaro, da parte di via Rosa, da Piazza delle Erbe, dalla la Chiesa di Santa Eufemia e dal Lungadige Panvinio. Numerose sono state le tappe, necessarie ad osservare i punti storico-artistici del percorso: via Sole, Cortalta e via Cortalta – oggi, via Garibaldi – che ospitava la chiesa, dedicata ai martiri, Santi Fermo e Rustico; via Garibaldi, con il palazzo Miniscalchi-Erizzo; via San Mamaso e affreschi, sul lato sinistro di palazzo Miniscalchi; via S. Egidio, con il palazzo Dal Verme-Malaspina, piazzetta Monte, con il lato destro del detto palazzo Malaspina; corte Quaranta; piazzetta Ottolini; via Libera; lungadige Panvinio – ponte Garibaldi; via Cadréga e, in fine, l’antico Capitèl de l’Assunta… Ha permesso un riposante intervallo alla dettagliata visita – che ha fatto scoprire particolari storico-artistici e tradizionali, talvolta, probabilmente, sconosciuti, anche a studiosi del settore – la sosta presso l’Osteria alle Pétarìne, presso la quale,‘n bòn bicér l’a fàto gòdar tanto la sèrva, che ‘l cavliér… !, non trascurando l’importante concetto, per cui anche una centenaria osteria è grande storia… Ma, non si può non sottolineare un particolare, che caratterizza i percorsi, da VeronaVera organizzati: il gruppo, in parola, infatti, ha goduto della sorpresa, data dall’incontro, con la maschera locale, Antonio Carneri, in elegante costume e di elezione annuale, quale re Teodorico, 51° sire del Rione della Caréga, che ha porto il cordiale saluto del suo territorio. Il presidente, quindi, del Comitato Carnevalesco carégòto, Alberto Recchia, che, oltre a porgere il suo benvenuto, ha esposto l’attività di animazione del Comitato stesso, nel rione, il quale, appunto, durante l’anno, è movimentato da diversi, importanti eventi, nonché raccontato aneddoti e storia del Rione stesso. Ha portato il suo saluto anche il presidente della Circoscrizione 1ª, Centro storico, Giuliano Occhipinti. L’importante e didattico incontro culturale, che, al di là della trasmissione di prezioso sapere, su Verona, è stato anche forte motivo di creazione d’amicizia, si è chiuso con un romantico convivio, presso la “vècia” Osteria a la Caréga… Non poteva essere, quindi, che una grande “caréga” l’emblema del Rione e del suo Comitato Carnevalesco, come vediamo, nella foto, di cui sopra. Da notare, che la voce dialettale “caréga” – bellissimo termine, che, pienamente, esprime, nella lingua dei veronesi, il significato di “sedia” – e, talvolta, in passato, “cadréga”, è di derivazione greco-bizantina. Il suo originale, quindi, in greco antico, è kαθέδρα e, traslitterato, in latino, kathédra, laddove, in veronese, la k è diventata c, il complesso th si è trasformato in r e il successivo dr è venuto meno, trasformandosi in g: un tutto, che ha dato, appunto, l’attuale, veronese “caréga”. Sulla quale, allora, in marmo, re Teodorico – a Verona, dall’anno 489 – quando raggiungeva il “Rión“, provenendo dalla sua reggia, in quel di Castel San Pietro, si sarebbe preso momenti di riposo.


Pierantonio Braggio

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