Coldiretti Verona e stagionali agricoli.
di adminArrivano, in Italia, ogni anno, in quattordicimila, da Romania e da Bulgaria. Di essi, tremila lavorano, in agricoltura, soprattutto, in occasione della vendemmia, in Veneto. Oggi, la cosa costituisce e costituirà un vero problema, per la rccaolra delle uve, con riferimento all’ordinanza, che dispone la quarantena per i cittadini, che negli ultimi 14 giorni, abbiano soggiornato in Romania e Bulgaria. Coldiretti: “Si tratta spesso delle medesime persone, che ogni anno attraversano il confine, per un lavoro stagionale, per poi tornare nel proprio Paese. Una possibilità che consente di garantire professionalità ed esperienza alle imprese agricole italiane, con le quali si è creato un rapporto di fiducia. Molti di questi lavoratori si trovano già in Italia, anche se permane una preoccupazione che il vincolo della quarantena limiti gli arrivi, per la raccolta di uve come Pinot Grigio e Chardonnay, che tradizionalmente inizia ad agosto e continua in un percorso, che prosegue a settembre, con la Garganega, in quel di Soave, e con i grappoli dei grandi rossi della Valpolicella, dei vitigni Corvina, Rondinella e Molinara. In questo contesto, sarebbe importante un intervento urgente, con una radicale semplificazione del voucher “agricolo”, che possa ridurre la burocrazia e consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani, lo svolgimento dei lavori nelle campagne, in un momento, in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce più deboli della popolazione sono in difficoltà. I voucher sono stati, per la prima volta, introdotti in Italia, proprio solo per la vendemmia, il 19 agosto 2008, con l’obiettivo di ridurre la burocrazia, nei vigneti e dare una possibilità d’integrazione del reddito a studenti e pensionati. Possibilità, che sono andate perdute, in seguito all’abrogazione dei voucer, dovuta ai casi di abuso, favorito da un eccessivo allargamento ad altri settori e che in realtà non hanno riguardato il settore agricolo”. Certo, i voucer costituivano pure burocrazia, ma, permettavano
di rispondere alle esigenze, urgenti, del momento. Un momento, oggi più difficile d’un tempo, ma, che dovrebbe permettere, attraverso i voucer, di arrotondare le modestissime entrate, di chi è economicamente maggiormente colpito dalle misure anti-virus e, al tempo, facilitare la vita ai viticoltori, nell’improrogabile vendemmia.
Pierantonio Braggio
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