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Dazi USA, Federvini: «Colpo gravissimo per oltre 2 miliardi di export e 450mila lavoratori»

di Matteo Scolari
La presidente Micaela Pallini denuncia l’impatto devastante sui vini, spiriti e aceti italiani. «Serve una risposta unitaria e urgente dalle istituzioni europee e italiane».

La decisione dell’amministrazione statunitense di applicare nuovi dazi ai prodotti agroalimentari europei ha scatenato un’ondata di preoccupazione nel settore vitivinicolo italiano. Tra le prime a reagire è Federvini, la federazione nazionale che rappresenta le imprese dei vini, spiriti e aceti, che denuncia un attacco diretto al libero scambio internazionale e una minaccia concreta per 40mila imprese italiane e oltre 450mila lavoratori.

«Ci troviamo di fronte a un danno gravissimo per il nostro settore e a un colpo diretto al libero mercato», ha dichiarato Micaela Pallini, Presidente di Federvini. «Non è la prima volta che accade. Abbiamo già visto in passato quanto impattino queste misure: fino al 50% di esportazioni in meno verso gli Stati Uniti. Ora il rischio è di rivivere un trauma economico devastante che coinvolgerà tutta la filiera produttiva, dalla vigna alla tavola».

I numeri parlano chiaro: il comparto dei vini, spiriti e aceti italiani rappresenta un valore export di oltre 2 miliardi di euro verso il mercato statunitense, che si conferma uno dei partner commerciali più rilevanti per il Made in Italy agroalimentare. I nuovi dazi non colpiscono solo le aziende italiane, ma anche i consumatori e gli operatori americani, che vedranno crescere sensibilmente i prezzi dei prodotti e rischiano di perdere etichette e brand non sostituibili con produzioni locali.

Secondo Federvini, l’aumento dei prezzi non si limiterà alla tariffa doganale, ma si estenderà all’intera filiera logistica e commerciale, innescando una spirale inflattiva e un generale impoverimento dell’offerta.

La federazione sottolinea anche l’effetto simbolico e politico della misura: una rottura dei principi di scambio equo e cooperazione tra Europa e Stati Uniti, che mina la fiducia in anni di relazioni economiche basate sulla reciprocità.

«Serve ora più che mai una risposta compatta e determinata da parte delle istituzioni europee e italiane – ha aggiunto Pallini –. Le misure protezionistiche sono antistoriche e inefficaci. È il momento di rilanciare il dialogo e difendere un settore che è cultura, tradizione, lavoro e futuro per il nostro Paese».

Federvini, in coordinamento con le associazioni internazionali del settore vino e spirits, rinnova l’appello per un’azione diplomatica urgente che porti alla revoca dei dazi e alla costruzione di un nuovo equilibrio commerciale transatlantico. Senza un intervento rapido, la scomparsa di molte etichette italiane dai supermercati e dai ristoranti statunitensi sarà inevitabile, con ricadute anche sulla reputazione e sull’immagine dell’Italia nel mondo.

La richiesta è chiara: aprire immediatamente un tavolo negoziale, restituire certezze alle imprese, garantire continuità alle esportazioni e salvaguardare posti di lavoro in un comparto che vale miliardi e che è simbolo del Made in Italy nel mondo.

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