Schiacciante Grandinata, nel Veronese. Persi 20 milioni, in valore, per le bottiglie della Valpolicella.
di adminCon riferimento al tremendo nubifragio di domenica scorsa, 23 agosto, ammonta a 6 milioni di euro il danno alle uve, nelle zone del Valpolicella, sferzate dalla grandine e dal vento, e a 20 milioni quello, derivante dalle bottiglie di vino perdute. È una prima stima del Consorzio di Tutela del Valpolicella.
“Si tratta di danni molto pesanti, ma limitati come già abbiamo riferito in prima battuta – sottolinea Christian Marchesini, presidente del Consorzio e dei viticoltori di Confagricoltura Verona e Veneto -. Le zone interessate dalle perdite sono il 4-5 per cento, cioè 400 ettari dell’intera denominazione, che conta 8.300 ettari. Per questa percentuale, i danni sono molto importanti e non più recuperabili e insistono, nei territori già colpiti dai fortunali da giugno in poi. E, cioè, San Pietro in Cariano, Pedemonte, Corrubbio, Cengia, Negarine, cui vanno aggiunti l’area della Valpantena, che va da Montorio a Poiano e Quinto di Valpantena”. La vendemmia in Valpolicella inizierà verso il 5-6 settembre, con le uve precoci, per la produzione di Amarone, che si ottiene con una cernita delle uve e quindi non risentirà di problemi legati alla grandine. “Oggi, comunque, la qualità delle uve, ovviamente, di quelle non colpite dal nubifragio, è buona – annota Marchesini -. Però l’annata ce la giochiamo, nei prossimi quindici giorni. Bisognerà vedere come si comporta il meteo. Per il fine settimana è prevista un’altra perturbazione forte. Ci auguriamo che stavolta ci risparmi”. La vendemmia del Pinot Grigio si avvia verso la conclusione. Verso il 10 settembre, si comincerà, con le altre varietà dei bianchi e delle bollicine. Marchesini: “Per quanto riguarda il Pinot, possiamo già dire che la qualità è ottima, ma la produzione è più scarsa, rispetto all’anno scorso. Circa il Custoza e il Soave, è ancora presto, per esprimersi, ma sappiamo già che, secondo le stime d’inizio agosto, è prevista una maggiore produzione, tra il 5 e il 10 per cento, per il primo, e tra il 10 e il 15 per l’altro”. Coltivare la terra, come si noterà, da quanto sopra, non è solo problema di buona volontà e d’impegno, da parte dell’agricoltore, in questo caso, del viticoltore, ma, spesso “problemi”, creati da pesanti situazioni atmosferiche, che, purtroppo, distruggono, in alcuni attimi, il risultato del lavoro di uno o più anni.
Pierantonio Braggio
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