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Regione Veneto e Regione Friuli Venezia Giulia.

di admin
Accordo, fra le due Regioni, per la tutela reciproca delle lingue minoritarie, grande patrimonio culturale

In data 19 agosto 2020, ha scritto Regione Veneto: “Friuli Venezia Giulia e Veneto stringono un’alleanza per la tutela e lo sviluppo delle lingue minoritarie e delle reciproche varietà linguistiche. È quanto stabiliscono due delibere approvate dalle rispettive Giunte con cui le due Regioni hanno dato il via libera ad un "Accordo di collaborazione per la tutela e per lo sviluppo del patrimonio linguistico e culturale della componente friulanofona della Regione del Veneto e venetofona della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia". Presupposto dell’accordo – che attiva una collaborazione richiesta da anni dalle comunità locali – è l’uso della lingua friula, anche in aree circoscritte dei comuni veneti di Concordia Sagittaria, Fossalta di Portogruaro, Gruaro e Portogruaro, ma anche – come riconosciuto nel 2006 dal Consiglio Provinciale di Venezia – nei comuni di San Michele al Tagliamento, Teglio Veneto e Cinto Caomaggiore. Allo stesso modo, in Friuli Venezia Giulia persiste l’uso di dialetti veneti (il triestino, il bisiaco, il gradese, il maranese, il muggesano, il liventino, il veneto dell’Istria e della Dalmazia, il veneto goriziano, pordenonese e udinese), che la Regione è impegnata a valorizzare in base alla legge regionale 5/2010. Con questo accordo, la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia si impegna ad estendere alcuni servizi erogati dall’Agenzia regionale per la Lingua Friulana (Arlef) anche agli organismi veneti riconosciuti, nonché a consentire l’accesso ai finanziamenti regionali per la promozione della cultura e della lingua friulana ai Comuni veneti interessati. La Regione Veneto, a sua volta, s’impegna a promuovere il finanziamento di progetti a sostegno della lingua friulana con i fondi previsti dalla legge regionale 73/1994 e a favorire le iniziative culturali volte all’approfondimento del friulano nell’area del portogruarese, anche con il coinvolgimento delle Università presenti nelle due Regioni. L’accordo ha durata triennale ma potrà essere prorogato. L’Arlef è incaricato della gestione operativa dell’attività. Le due Regioni potranno collaborare per sviluppare iniziative mirate alla piena attuazione delle leggi statali e regionali istituite per la tutela della lingua minoritaria, con particolare riferimento alla componente linguistica friulana presente nel territorio portogruarese del Veneto. Potranno inoltre favorire la cooperazione tra i soggetti firmatari per la salvaguardia del patrimonio linguistico e culturale della componente friulanofona in Veneto e venetofona in Friuli Venezia Giulia. Il friulano potrà essere proposto come attività integrativa nelle scuole dei comuni interessati, così da promuoverne la conoscenza e l’uso della sua grafia ufficiale. Infine, le due Regioni potranno supportare le amministrazioni locali, gli enti, le società pubbliche e le associazioni di categoria nell’attuare progetti per la promozione della lingua minoritaria, il recupero del patrimonio lessicale desueto e la pratica del polilinguismo. Per parte propria la Regione Veneto – sottolinea l’assessore alla sanità e sociale, ai flussi migratori e alle minoranze linguistiche – si impegna a sviluppare, di concerto con il Friuli Venezia Giulia e con il coinvolgimento delle amministrazioni locali, iniziative di sostegno delle minoranze linguistiche, della storia e della cultura veneta nel territorio friulano, anche mediante l’attuazione di progetti statali e comunitari”. Crediamo, che quanto sopra costituisca un ottimo accordo, una validissima iniziativa, addirittura, diremmo, innovativa e pratica, che garantisce vita ai diversi dialetti delle due Regioni, in tema, essendo essi “mezzi d’espressione”, formatisi nei secoli e, ancora oggi, tali, da permettere, a chi li pratica, di infondere più chiaro contenuto, a quanto lo stesso “chi” vuole dare evidenza. Dobbiamo fare in modo, appunto, che tali dialetti, nelle preziose sfumature, che li diversificano, non vadano perduti, invitando anche, a tale scopo, cittadini, che in essi s’esprimono, ed appassionati, a dare a tali dialetti, ove possibile, forma scritta, onde, chi verrà dopo noi, possa avere materiale di studio, su un grande tema, quello, cui daremmo il titolo, in dialetto veronese, questa volta: “Che, almànco, i sàpia, i nostri zóveni, come i parlàva i nostri vèci”! Riteniamo che, sulla cosa, anche il grande Alighieri sarebbe, sicuramente, d’accordo, con Regione Veneto, Regione Friuli Venezia Giulia e, ci permetta, con noi..
Pierantonio Braggio

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