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Tommasi: «Radici profonde e visione ampia, il vino è cultura e territorio»

di Matteo Scolari
Stefano Tommasi, rappresentante della famiglia omonima, viticoltori dal 1902, racconta il forte legame dell'azienda con il territorio, ma anche i progetti di valorizzazione del prodotto vino su scala nazionale.

La puntata di Focus Verona Economia si è chiusa con il vino, in vista dell’imminente Vinitaly (6-9 aprile 2025), la 57ª edizione del salone internazionale del vino e dei distillati. Tra i protagonisti c’è, da sempre, la Tommasi Family Estates, storica azienda veronese arrivata alla quarta generazione. In studio, Stefano Tommasi, rappresentante della famiglia e dell’anima imprenditoriale dell’azienda, ci ha raccontato passato, presente e progetti futuri: dall’Etna alla Maremma, dal Valpolicella all’America, con un forte radicamento al territorio ma lo sguardo ben oltre.

Tommasi sarà presente anche a questa edizione di Vinitaly. Che valore ha per voi questo appuntamento?

Vinitaly per noi è casa. Partecipiamo fin dalla prima edizione. Ogni anno ci prepariamo con grande attenzione per accogliere il maggior numero di persone e raccontare la nostra storia. È un momento di incontro fondamentale con clienti e operatori del settore.

Il mondo del vino sta attraversando una fase di “equilibrio”. Come la leggete voi?

È una fase in cui il consumatore è più attento, vuole conoscere, vuole capire cosa acquista. I numeri di qualche anno fa erano figli di un contesto diverso. Ora viviamo un momento più ragionato, che definirei di equilibrio. È importante essere presenti, comunicare bene, raccontare con trasparenza il lavoro e l’amore che mettiamo nei nostri prodotti.

Il vostro percorso familiare inizia nel 1902. Oggi siete alla quarta generazione.

Sì, rappresento la quarta generazione. Tutto è iniziato con il bisnonno Giacomo. Da allora il tempo è volato. In questi 123 anni abbiamo cercato sempre di lavorare con impegno, investendo nel territorio ma anche aprendoci ad altre zone d’Italia, dalla Maremma in poi. Siamo partiti nel 1997 e da allora abbiamo sviluppato un progetto che valorizza le migliori aree viticole italiane, sempre nel rispetto dell’identità locale.

A Vinitaly presenterete anche un nuovo progetto, sull’Etna. Cosa ci può anticipare?

Sì, il progetto si chiama Ammura, si trova a Linguaglossa, sul versante nord-est dell’Etna. È una zona di grandissimo interesse, non solo in Italia ma a livello mondiale. È un progetto recente, di cui parleremo più in dettaglio proprio durante Vinitaly. Abbiamo gettato le basi e ora aspettiamo che il tempo ci dica se le nostre scelte sono state giuste.

Tra i vostri progetti di alta gamma c’è anche “De Bvris”. Di cosa si tratta?

De Bvris è il nostro progetto “lusso”. È nato ufficialmente nel 2018, ma già nel 2008 avevamo imbottigliato il primo Amarone. Dopo tanti investimenti fuori regione, volevamo tornare a produrre un vino di altissimo livello nel nostro territorio, la Valpolicella. De Bvris è un’azienda della nostra famiglia, ma autonoma, con una linea ben distinta: Amarone e Valpolicella Classico Superiore. È una scommessa sul valore e sulla longevità del nostro territorio.

Guardando all’estero, siete molto presenti soprattutto negli Stati Uniti. Come affrontate le eventuali incertezze legate ai dazi?

Siamo in attesa di capire cosa succederà realmente. È presto per trarre conclusioni. Se dovessero arrivare i dazi, ci adatteremo. L’America è un mercato fondamentale per noi da oltre 40 anni, ma lavoriamo molto bene anche nei Paesi nordici, in Germania e in Asia. Non è detto che i dazi penalizzino tutte le aziende: un brand forte può mantenere il suo valore anche a un prezzo più alto. Ma per ora preferiamo non fare previsioni affrettate.

La vostra visione imprenditoriale include anche l’ospitalità. Qual è il ruolo di Villa Quaranta?

Villa Quaranta è da sempre di proprietà della nostra famiglia. Abbiamo fatto investimenti importanti per accogliere visitatori con servizi di alta qualità. Ma anche la nostra Welcome Area a Pedemonte, inaugurata nel 2018, è un punto fondamentale. Lì, ogni ospite può conoscere e degustare tutta la nostra produzione, sia locale che delle altre regioni italiane. Per noi vino e accoglienza vanno di pari passo, da sempre.

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