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Burocrazia choc: nel 2024 oltre 35mila pagine di norme. Verona tra le province più penalizzate

di Matteo Scolari
Secondo la CGIA di Mestre, il peso della macchina normativa costa alle imprese italiane 57 miliardi l’anno. Nel Veronese la burocrazia “pesa” oltre un miliardo di euro.

Un Paese sommerso dalle carte. È la fotografia scattata dall’Ufficio Studi della CGIA di Mestre, che nel suo ultimo rapporto parla di una vera e propria “emergenza normativa”: nel solo 2024 sono state pubblicate 305 Gazzette Ufficiali e 45 supplementi, per un totale di 35.140 pagine. Se stampate, peserebbero 84 chilogrammi e, messe una sull’altra, raggiungerebbero quasi due metri d’altezza.

Un cittadino o un imprenditore che volesse leggerle tutte impiegherebbe un anno intero, sabati e domeniche comprese. E nei primi nove mesi del 2025 il trend non accenna a diminuire: già 25.888 pagine di nuove norme, in lieve aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Il picco record è stato raggiunto lo scorso 18 aprile, quando l’Istituto Poligrafico dello Stato ha pubblicato un supplemento di 5.157 pagine con i nuovi Indici Sintetici di Affidabilità fiscale (ISA), eredi dei vecchi studi di settore.

Tra le poche buone notizie, la cancellazione di 30.700 leggi prerepubblicane, relative al periodo 1861-1946, avvenuta il 24 aprile 2025: un passo avanti nel processo di semplificazione normativa previsto anche dal PNRR, ma ancora lontano da un sistema efficiente.

Secondo la CGIA, l’eccessiva produzione di leggi e decreti «ha ingessato il funzionamento della Pubblica Amministrazione», rendendola una delle meno efficienti d’Europa. La confusione normativa e la sovrapposizione di competenze generano ritardi, incertezza e costi aggiuntivi, alimentando anche «comportamenti corruttivi e concussivi» dovuti alla discrezionalità dei dirigenti.

Il costo della “cattiva burocrazia” per le imprese italiane è stimato in 57,2 miliardi di euro l’anno, con un impatto particolarmente pesante nelle aree a maggiore concentrazione produttiva. Milano guida la classifica con 6,1 miliardi, seguita da Roma (5,4), Torino (2,2), Napoli (1,9) e Brescia (1,4).

Per il Veneto, la CGIA calcola un costo di oltre un miliardo di euro per Verona (1,029 miliardi), seguita da Padova (1,041), Vicenza (978), Treviso (960) e Venezia (855 milioni).

Tra le misure urgenti proposte dall’associazione: ridurre e migliorare la qualità delle leggi, accelerare i tempi di risposta della PA, standardizzare la modulistica, potenziare l’informatizzazione e utilizzare l’intelligenza artificiale per far dialogare le banche dati pubbliche, evitando la duplicazione delle pratiche.

Un piano di semplificazione strutturale, secondo la CGIA, è indispensabile per restituire efficienza e competitività al sistema economico nazionale e, soprattutto, alle micro e piccole imprese, oggi le più penalizzate da una burocrazia che pesa più di qualunque tassa.

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